Rifugio "Città di Chivasso"

la storia... gli eventi... i ricordi

La storia...

La storia del rifugio, intitolato dalla nascita alla Città di Chivasso, è un racconto fantastico lungo sessanta anni che rivela passione e impegno di due generazioni di alpinisti chivassesi. Come succede nelle storie lunghe si sono alternati momenti di gioia, incertezze e difficoltà; oggi il rifugio non è più del Cai , ma lascia a tutti noi una storia da non dimenticare e che provo a raccontare. 

15 Giugno 1949. La tenace volontà dell'allora presidente Guido Muzio, ha consentito che le fatiscenti casermette del colle del Nivolet e di Chiapili inferiore venissero date in concessione alla nostra Sezione, dal Ministero Difesa Esercito per riadattarle a rifugio alpino.
16 luglio 1950. L'inaugurazione del rifugio intitolato alla città di Chivasso, per pochi metri in terra valdostana, segna l'inizio di questa lunga pagina di storia del CAI chivassese. Da allora il rifugio, punto di riferimento degli escursionisti ed alpinisti chivassesi è stato oggetto da parte della Sezione di rilevanti interventi migliorativi estetici e funzionali con notevole impegno economico e la partecipazione di uno splendido volontariato dei soci che nei rifugi ha certamente avuto il punto di forza.

 Questi i "custodi" che si sono avvicendati nella gestione del rifugio:

  • Vincenzo Blanchetti dal 1953 al 1965
  • Piero Rivetti nel 1966
  • Bruno Scalabrin nel 1967
  • Franco Castagneri nel 1968
  • Domenica Aimonetto nel 1969 e 1970
  • Castagneri Piero nel 1971
  • le sorelle Berthod dal 1972 al 1978
  • Biagio Dupont dal 1979 al 1986
  • Alessandro Bado dal 1987 al 2020

 

Dalla fine degli anni 80 i primi segnali di un destino incerto per la continuità del rapporto con la proprietà. Negli anni 89 - 90 la sezione ha avuto ben tre ingiunzioni di sgombero dal Demanio Militare che preparava il passaggio della struttura alla Regione Valle d'Aosta. La Sezione ha fronteggiato le ingiunzioni ma nel 1998 il rifugio è stato consegnato alla Regione Valle d'Aosta che ha confermato l'affidamento alla nostra Sezione dapprima con atto di concessione oneroso e dal 2002 in comodato d'uso. Ottenuto il comodato, la Sezione pensava di aver risolto favorevolmente i problemi nel rapporto con la proprietà ma così non è stato. Nell'anno 2005 la Regione, con l'intento di migliorare la qualità ricettiva dei rifugi posti sulla sentieristica delle "Alte vie Valdostane", ha chiesto la disponibilità della nostra Sezione ad un grande intervento di ampliamento ed adeguamento strutturale cui la nostra Sezione, con rammarico, non ha potuto rispondere positivamente perchè, nonostante il notevole contributo previsto dalla Regione, sarebbe rimasto a carico della Sezione un onere economico rilevante ed ingiustificabile in assenza di precise garanzie di durata del rapporto contrattuale che giustificasse l'investimento. La scelta unanime del Consiglio sezionale è stata interpretata come incapacità economica della Sezione a compiere l'atteso salto di qualità ed immagine del rifugio ed ha di fatto favorito l'avvio del passaggio della struttura al Comune di Valsavarenche che con la Regione avrebbe dovuto impegnarsi nella ricerca dei fondi per l'importante intervento di ampliamento e riqualificazione. Negli anni successivi la situazione economica si è fatta sempre più difficile e l'auspicato intervento è oggi improponibile.

Questa in estrema sintesi la storia che la Sezione ha formalmente chiuso il 14 Settembre 2010 quando Presidente, i Past Presidents ed alcuni Consiglieri sono saliti al Nivolet per posare una targa a ricordo dei 60 anni di presenza del CAI Chivassese al colle e per ringraziare il "Custode" Alessandro Bado alla chiusura della sua 24° stagione in rifugio.
In questi 60 anni, al Nivolet, la Sezione chivassese ha lasciato una profonda traccia, quella del Club Alpino impegnato nei miglioramenti funzionali ed estetici della struttura ma con grande attenzione alla funzione primaria dell'accoglienza sobria e del rapporto umano nel sano spirito della nostra Associazione. Davvero rimarchevole al riguardo l'impegno del custode che con ammirevole continuità ha reso possibile tutto questo e ha saputo fare della nostra struttura un presidio culturale in quota con attenzione alla sicurezza degli ospiti e alla salvaguardia della montagna Nel ricordo dell'impegno di generazioni di uomini del CAI che hanno con grande passione ed entusiasmo costruito a questa bella realtà, riferimento storico ed affettivo degli alpinisti chivassesi, abbiamo, con grande amarezza, vissuto la chiusura di questa pagina della nostra storia.
 Nulla è per sempre ma il ricordo deve vivere. La Sezione conserva per coloro che verranno dopo di noi, la documentazione   d'archivio con testimonianze, scritti ed immagini, i verbali delle Assemblee e dei Consigli Sezionali ma soprattutto i libri del rifugio   da quella prima annotazione del 7 Luglio 1953 a quella scritta in occasione della posa della targa ricordo nel Settembre 2010. La   sezione, mantenendo i consolidati buoni rapporti con la gestione, è tornata al Nivolet, nell'Agosto 2015, con l'organizzazione   della manifestazione "Rifugi di Cultura 2015" e più recentemente, il 18 Settembre 2016, per partecipare alla grande festa per   Alessandro Bado, trentanni da custode al Rifugio "Citta di Chivasso".

 
 
Gli eventi... i ricordi...

26 Gennaio 1949. Firma della Convenzione fra l'Amministrazione Militare, Genio Militare di Torino e la Sezione di Chivasso del CAI per la concessione in custodia della fatiscente struttura con facoltà di usarla adattandola a Rifugio Alpino. I primi lavori di ristutturazione, con grande impegno di volontariato dei soci, sono stati rapidi ed il 16 Luglio 1950 la Sezione ha inaugurato e aperto per la stagione estiva il rifugio "Città di Chivasso".
Nel 1953 si inizia a parlare della apertura della nuova strada del Nivolet che verrà aperta al traffico sino al colle nell'anno 1959, ma già nel 1957 la prima autovettura raggiungevà il colle trasportando il Pretore e Vicepretore di Cuorgnè.
Nel 1959 sono stati eseguiti i lavori per la utilizzazione a dormitorio del locale seminterrato portando a 30 i posti letto del rifugio.
Nel 1963 è stato sostituito il vecchio tetto in lose posando la copertura in lamiera secondo le disponibilità finanziarie del momento.
 Anni 1970, la bella e divertente tradizione della Pasqua al Nivolet quando la neve non mancava.        
 

 

 

 

Il 30 aprile 1972 la prima edizione della scialpinistica"Due Rifugi" dai Chiapili al Nivolet con venti partecipanti, Mario Milici e Piero Rivetti primi insieme al rifugio.
Nel 1978 è stato eseguito l'ampliamento del piano terreno con la costruzione della veranda che guarda i laghi e nel 1986, a ricordo di Mario Pasteris, la Sottosezione di Saluggia ha provveduto alla doppia vetratura ed al perlinaggio interno della veranda che da allora verrà adibita anche a locale invernale del rifugio.
Nel 1982, grazie anche al contributo raccolto con la sottoscrizione in memoria di Luigi Capo, è stato ristrutturato il piccolo dormitorio del sottotetto.
 Anno 1987, cambio di gestione al Rifugio, dopo le sorelle Berthod (1972-1978) e Biagio Dupont.(dal 1979 al 1986) inizia la   gestione di Alessandro Bado che dal 1994 ha tenuto aperto il rifugio anche in primavera per lo scialpinismo. La sua gestione   non  si è interrotta nemmeno con il passaggio di proprietà del Rifugio al Comune di Valsavarenche.(2010) Nell' ottobre 1994 è   stata spenta l'illuminazione a gas del rifugio; grazie anche al contributo dell'AEM di Torino è stato installato il fotovoltaico, 14   pannelli montati sul piano di una apposita struttura accanto al rifugio.
 

 

Il 16 Luglio 2000 il 50° anniversario del rifugio. Grande festa con presenza del Presidente Generale e consiglieri centrali del   CAI,  di autorità territoriali, sindaci, associazioni,Sezioni del CAI e moltissimi amici della Sezione e del Rifugio. 

 


 

 Il 14 Aprile 2002: dopo trent'anni la seconda edizione della "Due Rifugi" con 52 partecipanti di cui sette già presenti alla prima   edizione del 1972. La vittoria a Paolo Alberelli in 1h45'.

 


Il 15 Giugno 2002, Anno delle Montagne, al colle del Nivolet fa tappa la manifestazione "Camminando....Confinando...." tour in 19 tappe sulle montagne di confine dell'area del Canavese e valli di Lanzo organizzata dal Ragruppamento Intersezionale CVL. Dal rifugio verrà salita la punta Fourà e fatta la traversata Basei-Bousson-Galisia.

 


 Agosto 2002 l'inaugurazione della biblioteca del rifugio, una collezione vastissima di libri e riviste che parlano delle nostre   montagne. Molte le persone legate al mondo della cultura salite al rifugio con un libro in dono.

 

 

 

16 luglio 2003. Adesione della Sezione e del Rifugio alla manifestazione "Nivolet senza Auto" che avrebbe dato l'avvio alla regolamentazione dell'accesso delle auto al colle nei giorni festivi dell'estate ed alla programmazione delle iniziative "a piedi tra le nuvole" promosse dal Parco Gran Paradiso.

 

19 maggio 2009. Sono le 18,29 la volpe aspetta la cena.

 

 

 

14 settembre 2010 posa targa a ricordo dei 60 anni del CAI Chivasso al colle del Nivolet. Quel giorno sono saliti al rifugio il Presidente, i past presidents e alcuni Consiglieri per un momento celebrativo e per ringraziare il custode alla chiusura della sua ventiquattresima stagione al rifugio.


 

3 Settembre 2012, la Sezione compie 90 anni e ha scelto di sventolare i propri simboli sulla vetta di punta Basei, montagna amata da generazioni di alpinisti chivassesi.

 

 

9 Agosto 2015, la Sezione porta al rifugio Città di Chivasso la manifestazione "Rifugi di Cultura" il meteo non aiuta ma nella sala strapiena si gode il tepore della stufa ma anche il calore delle letture e dei racconti e la magica musica dei Troveur.


 18 Settembre 2016, questo l'evento più recente, la festa per Alessandro Bado, trent'anni   da custode al rifugio. Un caloroso incontro e una rimpatriata per tutti quei "ragazzi e   ragazze" che negli anni hanno collaborato con Alessandro nella gestione. Emozionante   il   pensiero di Don Ciotti nel ricordo del suo primo incontro con Sandro al rifugio.

 

 

 

 

Dal 2010 il rifugio non è più del CAI ma la Sezione Chivassese, in ogni possibile occasione, manifesta il legame affettivo che ancora ci unisce.

Bruno Rebora, Ottobre 2017